La stessa vita si potrebbe raccontare anche così
Sono nata a Venezia, in una casa che dava sul mare. Ma poi sono cresciuta a Padova, in un appartamento che guardava un giardino. Il giardino era il fuori. Io sono cresciuta dentro mura domestiche saldamente robuste e protettive. Il “fuori” a cui avevo accesso erano i libri. Le fiabe, prima ascoltate dalla voce materna e delle sorelle più grandi, e poi lette da sola. Più tardi i libri veri. Letteratura per l’infanzia, e subito dopo i grandi romanzi, la grande poesia. Era il mio modo di scoprire che al di là della mia stanza, al di là del nucleo familiare, dell’atmosfera chiusa della piccola città, il mondo era vasto, imprevedibile, crudele e buono, incredibilmente largo, sconfinato. Non amavo parlare. Ero pressoché muta con gli altri. Parlavo dentro. Scrivevo cose segrete. Poi la vita mi ha presa in giro, catapultandomi in un lavoro in cui parlare è necessario: la radio.