DOPPIOZERO      .

La fratellanza di Enzo Bianchi

Doppiozero,  12 novembre, 2024
Gabriella Caramore

Lo sappiamo. Ci sono parole diventate afone, come svuotate. Senza una accurata contestualizzazione del loro significato, senza una ridefinizione del loro uso e della loro portata non ne avvertiamo più né il suono né il senso. Spesso sono parole di cui ha abusato il linguaggio religioso, fino a renderle stanche nell’espressione ed esauste nella ricezione. Tra queste c’è anche “fraternità”, lemma dentro il quale coabita una congerie di relazioni e di sentimenti a cui il nostro mondo, per la gran parte, resta sordo e indifferente, nonostante da molte parti si affannino numerosi i tentativi di rianimarlo.

Uno dei meriti del libro di Enzo Bianchi, Fraternità (Einaudi 2024, con una bella pagina introduttiva di Papa Francesco), è proprio quello di provare a fare chiarezza nell’ insieme di significati che “fraternità” contempla e nella diversità dei contesti a cui questa parola si è dovuta adattare:

PAOLO RICCA in dialogo infinito

Doppiozero,  10 settembre, 2024
Gabriella Caramore

In una conversazione radiofonica del 2016 (Uomini e Profeti, Radio3), Paolo Ricca, pastore e teologo della chiesa valdese, morto a Roma nella notte fra il 13 e il 14 agosto 2024, affrontava l’oscurità di ogni discorso sulla morte ricorrendo sì alle Scritture e alle acquisizioni della scienza contemporanea, ma assottigliando via via ogni certezza, riconoscendo che ogni cultura ha elaborato “visioni fantastiche” intorno alla morte, senza però accontentarsi di quello che diceva una nota scienziata, secondo la quale ciascuno di noi si ridurrà a una “molecola” vagante nell’universo. Certo, il corpo se ne va. Ma non credo, diceva, che la “persona” possa ridursi a una molecola. È vero che la morte cancella la vita, tuttavia non dissolve la “persona”. Qualcosa rimane. Non solo nella memoria dei vivi, ma in quella che lui chiamava la “memoria di Dio”, e che noi potremmo chiamare una grandezza che ci trascende, un “oltre” in cui non valgono più le categorie “terrene” di spazio e tempo, ma che pure esiste anche se per noi rimane invisibile e inconoscibile.   …

CARTELAMI: UNA “PASSIONE” DI CARTA

Doppiozero,  17 aprile, 2022
Gabriella Caramore

Strana Pasqua quella di questo anno 2022, che vede una guerra atroce, distruttrice, disumana violentare quella fragile pace che gli ultimi settant’anni sembravano avere acquisito. Una guerra che nasce nel cuore delle due Europe (quella d’Oriente e quella d’Occidente), ma sta mostrando un crescendo di implicazioni mondiali con prospettive terrificanti. Strana Pasqua, perché mentre dovrebbe, come tutte le Pasque, celebrare il memoriale di un uomo ingiustamente ucciso dalla crudeltà del mondo, e dunque spingere il cuore almeno dei cristiani a una conversione verso la fratellanza, la giustizia, la speranza, li vede in gran parte – almeno quelli più legati alle Chiese locali, soprattutto quelle d’Oriente, da sempre fortemente identitarie – su fronti contrapposti, pronti a odiarsi e a uccidersi l’un l’altro, pronti a rivendicare non un Dio di tutti, ma un Dio fortemente partigiano, il “Dio con noi” di famigerata memoria, che ciascuno può a suo piacere fare proprio. …

Osvaldo Licini. La luna e il segreto del cosmo.
Artpod  Ascolti d’arte

Doppiozero,  24 febbraio, 2022
Gabriella Caramore

Una luna bianca, quasi impastata di gesso –  simile a quella chiara materia incerta che si vedrà, vent’anni dopo, nelle immagini del primo allunaggio – ma che qui ancora conserva tutta l’allusività stregata del mistero inviolato. Il volto un po’ attonito di un’antica dama sdegnosa, con i due corni che si allungano in forma di mani alate, una che lambisce l’estremo della tela, in alto, l’altra protesa verso il piccolo cuore offerto da una mano graziosa, giù in basso, nell’estremo angolo sinistro del quadro.  …

Puoi ascoltare qui il testo in audiolettura: https://www.doppiozero.com/materiali/osvaldo-licini-amalassunta-1 

“PAROLE PER IL FUTURO”
DESIDERIO

Doppiozero,  24 gennaio, 2022
Gabriella Caramore

Desiderio: la materia più oscura dell’umano, sfuggente, non catalogabile, colorato di mille mutevoli tonalità. Il desiderio sembrerebbe essere il nucleo più segreto, insondabile, ingovernabile della natura umana. Perché allora pensare al “desiderio” come parola, e dunque esperienza, per aprire un varco ai nostri pensieri sul futuro? …

La Pasqua nell’arte 

Doppiozero,  4 aprile, 2021
Gabriella Caramore

Nei quattro Vangeli il giorno di Pasqua, tutto ciò che ruota intorno all’“evento” della Resurrezione, è narrato con il riserbo dovuto a un accadimento inspiegabile, inaudito, indecifrabile anche per gli stessi discepoli e per i seguaci di Gesù di Nazaret, l’uomo ingiustamente crocifisso dai poteri congiunti delle autorità religiose e politiche. Descrivono infatti gli evangelisti, con la libertà della memorialistica e non con l’intento che noi oggi attribuiamo a una operazione storiografica, lo sconcerto dei discepoli e dei seguaci di Gesù intorno a quello che era accaduto a Gerusalemme: …

Dialogo su Dio

Doppiozero,  9 novembre, 2020
Con Gabriella Caramore e Romano Madera

“… Ho sempre considerato questo libro come un libro che si sta facendo, che non ha un punto conclusivo. Un libro provvisorio, in fieri. D’altronde, il pensiero su Dio è inevitabilmente un pensiero fluttuante, ondivago. L’importante è tenere desto il movimento del pensiero. Che cosa “diavolo” è oggi questa parola “Dio”, tu chiedi. È posta bene la questione. In primo luogo a me sembra che in questa fase della nostra storia sentiamo il bisogno di ridefinire tutto. Tutto quello che sta emergendo, la crisi del contemporaneo che stiamo vivendo, era già presente, evidentemente, sotto traccia. …”

Umberto Boccioni
Tre donne (1909-1910)

Il tempo ultimo

Doppiozero,  18 ottobre, 2020
Gabriella Caramore

“… Perché ho scelto questo tema come oggetto dei pensieri intorno alla cura? Forse semplicemente perché la fase ultima della vita umana è un tempo che ha bisogno di cura come ne ha bisogno l’infanzia, si potrebbe dire. Ma forse anche, inutile nasconderlo, per una necessità autobiografica. Essendo entrata in una fase della vita che non può più nascondersi l’avvicinarsi della scadenza ultima, sono in parte sgomenta, in parte incuriosita dal fatto che considero le cose in maniera diversa da come le consideravo prima….”

Ayasofya: interno,
stampa dei fratelli Fossati

Istanbul: Ayasofya

Doppiozero, 20 agosto 2020
Gabriella Caramore

Riprendo in mano un vecchio libro illustrato, di una cinquantina d’anni fa, dedicato a Santa Sofia (a c. di Lord Kinross, Mondadori, 1992), la basilica prima cristiana, poi cattedrale ortodossa, poi moschea, e ancora dopo museo, ora ridiventata moschea per consolidare le mire nazionalistiche del nuovo “Sultano” Erdogan. Sfoglio il libro e ritrovo il fascino delle pubblicazioni di quegli anni: ricchissima ricerca iconografica, ma senza le alte definizioni ormai in uso; una piccola antologia critica che forse oggi potrebbe essere più esauriente; una ricostruzione storica accurata, ma che tradisce una predilezione spiccata – e dunque perciò stesso datata – per il significato che quel tempio ha rappresentato per la cristianità, a partire dal titolo stesso del libro: Santa Sofia, come se si trattasse di una santa di nome Sofia, e non dello “Spirito di Sapienza” cui la basilica fu dedicata fin dalle sue origini.  ….

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