Esodo
Domenica 13 giugno 2010
Esodo 1
“Exodus”
con Amos Luzzatto, Piero Stefani e Gabriella Caramore
Concluso il libro della Genesi, iniziamo oggi la lettura del secondo libro della Torà (o Pentateuco): Esodo. In realtà, i nomi “Genesi”, “Esodo”, ecc. derivano dalla traduzione greca. In ebraico i titoli dei libri corrispondono al primo versetto o alla prima parola. Così “Genesi” è Bereshìt” (In principio…). “Esodo” è “Shemòt” (i nomi …).
Si può dire che Esodo sia il vero libro fondativo della storia di Israele. Genesi è sicuramente un libro aggiunto, per dare fondamento universale e cosmico alla storia di un piccolo popolo. Qui invece sembra uscire dal mito e entrare nella storia. Ma che cosa sappiamo realmente degli eventi narrati in Esodo? Che cosa ci vogliono narrare del popolo di Israele? Perché è così importante che l’evento fondativo di questa storia nasca in un percorso che va dalla schiavitù alla libertà?
Suggerimenti di lettura
Michael Walzer, Esodo e Rivoluzione, Feltrinelli
Eric Voegelin, Ordine e storia. Vol I. Israele e la rivelazione, Vita e Pensiero, a cura di Nicoletta Scotti Muth
Safet Zec – Exodus – Refettorio Ambrosiano
Domenica 20 giugno 2010
Esodo 1-2
“Mosè tratto fuori dall’acqua”
con Piero Stefani e Gabriella Caramore
Mosè è “l’eroe” di Esodo. Mosè, che guiderà il suo popolo attraverso il deserto fino alla terra promessa, nasce già in una sorta di esodo: in mezzo all’acqua, sfuggito alla persecuzione, salvato dalla figlia del Faraone, e vegliato dalla sorella. Ma Mosè sarà anche “il più grande di tutti i profeti”, quello che il Signore ha investito di farsi portavoce delle sue parole, della sua Legge (Ma Torà significa “insegnamento”), della guida del popolo attraverso le acque del mare e l’aridità del deserto verso la terra promessa: un luogo in cui ciascun popolo ha diritto di fare patria.
Suggerimenti di lettura
Michael Walzer, Esodo e Rivoluzione, Feltrinelli
Eric Voegelin, Ordine e storia. Vol I. Israele e la rivelazione, Vita e Pensiero, a cura di Nicoletta Scotti Muth
Raffaello Sanzio – “Mosè salvato dalle acque” – 1518-19
Domenica 19 settembre 2010
Esodo 3-11
“La fiamma nel roveto”
con Benedetto Carucci Viterbi e Gabriella Caramore
Il roveto che brucia senza consumarsi è la prima immagine che ci viene incontro a descrivere la prima conoscenza che Mosè fa del Signore suo e del suo popolo. È un segno potente della manifestazione del Signore, ma anche della figura di Mosè. Il quale recalcitra, si sente inadeguato, sa di non saper parlare, ma il Dio di Israele non sceglie in base alla perfezione degli umani, ma a un suo misterioso disegno. E quando Mosè gli chiede chi dovrà dire, ai figli di Israele, che lo ha mandato, il Signore dice una frase misteriosa, che ha sollecitato l’interpretazione degli esegeti: “Io sono colui che sarò …”.
Suggerimenti di lettura
Martin Buber, Mosè, Marietti 1983
Ascolto musicale
A. Schönberg, da Moses und Aaron
“Mosè e il roveto ardente”, Affreschi di Dura Europos
Domenica 3 ottobre 2010
Esodo 12-15
“Il passaggio del mare”
con Jean Louis Ska e Gabriella Caramore
Il roveto che brucia senza consumarsi è la prima immagine che ci viene incontro a descrivere la prima conoscenza che Mosè fa del Signore suo e del suo popolo. È un segno potente della manifestazione del Signore, ma anche della figura di Mosè. Il quale recalcitra, si sente inadeguato, sa di non saper parlare, ma il Dio di Israele non sceglie in base alla perfezione degli umani, ma a un suo misterioso disegno. E quando Mosè gli chiede chi dovrà dire, ai figli di Israele, che lo ha mandato, il Signore dice una frase misteriosa, che ha sollecitato l’interpretazione degli esegeti: “Io sono colui che sarò …”.
Suggerimenti di lettura
Paolo De Benedetti, Sulla Pasqua, Morcelliana
Rabbi Jishmael, Il cantico presso il mare, Qiqaion 2000
Ascolto musicale
“Ashira Keshirat Moshe”, canto tradizionale
Mosaico arca Noè – passaggio Mar Rosso – Huqoq, bassa Galilea
Domenica 10 ottobre 2010
Esodo 15-18
“La strada nel deserto”
con Enzo Bianchi e Gabriella Caramore
Il roveto che brucia senza consumarsi è la prima immagine che ci viene incontro a descrivere la prima conoscenza che Mosè fa del Signore suo e del suo popolo. È un segno potente della manifestazione del Signore, ma anche della figura di Mosè. Il quale recalcitra, si sente inadeguato, sa di non saper parlare, ma il Dio di Israele non sceglie in base alla perfezione degli umani, ma a un suo misterioso disegno. E quando Mosè gli chiede chi dovrà dire, ai figli di Israele, che lo ha mandato, il Signore dice una frase misteriosa, che ha sollecitato l’interpretazione degli esegeti: “Io sono colui che sarò …”.
Suggerimenti di lettura
Martin Buber, Mosè, Marietti 1983
Ascolto musicale
“Ashira Keshirat Moshe”, canto tradizionale
Sidival Fila, “Ri-nascita” 2017
Domenica 17 ottobre 2010
Esodo 19-20
“Le dieci parole”
con Enzo Bianchi e Gabriella Caramore
Centrale, nel libro dell’Esodo, è il dono della Torà, i dieci comandamenti, le “dieci parole” che il Signore dona a Mosè per far sì che il piccolo popolo di Israele conosca la strada vero la giustizia e la misericordia. Che cosa comporta l’osservanza delle “dieci parole”? In che cosa differivano queste leggi da altri codici normativi presenti nella stessa area mediorientale? Come può una legge diventare pratica di libertà?
Il priore diBose Enzo Bianchi propone la sua lettura: nella conoscenza dei testi e nella libertà dell’interpretazione.
Suggerimenti di lettura
Alberto Mello, Il dono della Torà, Roma 1982
Paolo Ricca, Le Dieci Parole di Dio, Morcelliana
Massimo Cacciari, Piero Coda, I Comandamenti. Io sono il Signore Dio tuo, Il Mulino 2010
Ascolto musicale
“Sonnerie Shofar”, da un progetto di Jordi Savall
Rembrandt – Mosè
Domenica 24 ottobre 2010
Esodo 21-40
“Il libro dell’alleanza”
con Amos Luzzatto e Gabriella Caramore
Siamo ai capitoli conclusivi del libro dell’Esodo. Qui troviamo quello che viene chiamato il “codice dell’alleanza”: una raccolta di leggi, costumi, prescrizioni morali, che rappresentano una sorta di applicazione “pratica”, nelle diverse situazioni della vita concreta, dei dieci Comandamenti. Alcune sembrano di grande sensibilità, altre molto crudeli. Come si rapporta ad esse l’ebreo di oggi? Ne parla con noi Amos Luzzatto, attualmente presidente della Comunità ebraica di Venezia.
Suggerimenti di lettura
Alberto Soggin, Storia di Israele, Paideia ed.
Alberto Soggin, Introduzione all’Antico Testamento, Paideia ed.
Ascolto musicale
“Quil e tsilat”, Canto liturgico degli ebrei di Etiopia
Rotolo; senza nome
Levitico
Domenica 31 ottobre 2010
Levitico 1-5
“Il dono dei sacrifici”
con rav Riccardo Di Segni e Gabriella Caramore
Iniziamo oggi il terzo libro del Pentateuco, in ebraico Wa-jqra’ che significa “E chiamò”, tratto dalle prime parole del testo. Capiremo subito che l’accento viene posto molto più sulla chiamata di Mosè da parte del Signore, che non sulla questione dei “leviti” o “sacerdoti”. I primi capitoli sono tutti dedicati alla descrizione dei doni di sacrifici al Signore, da cui impariamo, tra l’altro, che il nome “olocausto” per indicare la Shoà è profondamente scorretto, perché designa un sacrificio gradito al Signore. Ma si pone anche la questione di come mai i sacrifici rituali sono andati via via spegnendosi e trasformandosi. A guidarci rav Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica di Roma.
Suggerimenti di lettura
Samuel E. Balentine, Levitico, Claudiana
Ascolto musicale
Inner Thoughts, Lubavitch Hassidim, ARC Music
Sacrificio rituale
Domenica 6 novembre 2010
Levitico 6-15
“Il puro e l’Impuro””
con rav Riccardo Di Segni e Gabriella Caramore
Secondo appuntamento per leggere uno dei libri più difficili della Bibbia ebraica, il libro del Levitico. Questa volta chiediamo a rav Riccardo Di Segni di entrare ancora nei dettagli delle prescrizioni rituali per i sacerdoti del tempio di Israele. Ma soprattutto di farci capire il senso del rapporto tra sacro e profano nella tradizione ebraica, e di spiegarci le norme che regolavano la “purità” e “impurità” in ogni ambito della vita quotidiana. Perché la lepre è immonda e il bue no? Perché si possono mangiare i pesci che hanno pinne e squame e non i molluschi? Perché la donna che ha partorito è considerata impura? E perché mai i sacerdoti si devono occupare di secrezioni genitali?
Suggerimenti di lettura
Paolo Sacchi, Sacro/profano, impuro/puro nella Bibbia e dintorni, Morcelliana 2010
Vasca di un bagno rituale
Domenica 14 novembre 2010
Levitico 16-22
“Il giorno del grande perdono””
con Daniele Garrone e Gabriella Caramore
In questi capitoli incontriamo l’istituzione di una delle feste più importanti e solenni della tradizione ebraica, quella di Yom Kippur, il “giorno dell’espiazione”, in cui ciascuno, singolarmente e come comunità, fa un esame di coscienza relativo alle proprie colpe e invoca il perdono del Signore. Nella cerimonia collettiva un capro veniva sacrificato e un altro mandato nel deserto, carico delle colpe della comunità. I cristiani videro poi in questo racconto una prefigurazione del sacrificio di Cristo.
Sempre nel Levitico vi è poi la prima formulazione di quel precetto “Amerai il prossimo tuo come te stesso” che gli evangeli hanno messo in bocca a Gesù.
Daniele Garrone è docente di Antico Testamento alla Facoltà Valdese di Teologia.
Suggerimenti di lettura
René Girard, Il capro espiatorio, Adelphi 1987
Ravasi, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Periodici San Paolo 2006
Ascolto musicale
Max Janowski, Avinu Malkeinu, Barbra Steisand, Sony
Maurycy Gottlieb – Ebrei che pregano nella Sinagoga durante lo Yom Kippur
Domenica 21 novembre 2010
Levitico 23-27
“Sarà per voi un giubileo””
con Carmine di Sante e Gabriella Caramore
“Le terre non si potranno vendere per sempre perché mia è la terra e voi siete presso di me come forestieri e abitatori” (23,25). L’anno del giubileo – un anno di riposo per tutta la terra, di condono dei debiti, di liberazione degli schiavi – è una antica istituzione ebraica le cui prescrizioni sono contenute nel libro del Levitico. In che relazione sta con questo antico ordinamento il giubileo dei cristiani? Come si è trasformato in qualcosa che prevede la pratica delle indulgenze e il pellegrinaggio a Roma? Forse c’è un filo sottile che li unisce – nel paradigma dell’ospitalità e della modalità di relazione al mondo – che tutti però dovrebbero riscoprire.
Carmine Di Sante è studioso di nessi tra pensiero ebraico e pensiero cristiano.
Suggerimenti di lettura
Carmine Di Sante, Duemila. Il grande giubileo, Edizioni Lavoro, 2000
Carmine Di Sante, Lo straniero nella Bibbia. Saggio sull’ospitalità, Città Aperta, 2002
Ascolto musicale
Leonard Bernstein, Jubilee, Games, Concerto per orchestra, Deutsche Grammophon
Primo giubileo cristiano nel 1300
Numeri
Domenica 28 novembre 2010
Numeri 1-12
“Verso Canaan”
con Daniele Garrone e Gabriella Caramore
Il libro chiamato “Numeri” – in ebraico Ba-midbar (“nel deserto”) – diviso in 36 capitoli, narra per l’appunto, dopo una prima parte sul censimento e le leggi, l’avventuroso attraversamento del deserto da parte del popolo ebraico per raggiungere la terra promessa dal Signore, la terra di Canaan. È una sorta di prova iniziatica, in cui la generazione che era partita dall’Egitto soccombe alle proprie fragilità, rivendicazioni, rimpianti, mentre sarà una generazione nuova che arriverà alla soglia della patria promessa. Molte le domande che si pongono. Qual è il prezzo di ogni conquista? Quale rapporto si deve instaurare con i popoli nemici? In che misura le problematiche insorte dopo l’esilio babilonese (epoca in cui il libro è stato composto) influiscono sulla lettura di quegli eventi lontani ormai nel tempo?
Suggerimenti di lettura
Dennis T. Olson, Numeri, Claudiana 2006
Ascolto musicale
Leonard Bernstein, Benediction, da “Jubilee Games”
Percorsi nella storia ebraica
Domenica 5 dicembre 2010
Levitico 13-15; 16-17
“La ribellione di Core”
con rav Haim Baharier e Gabriella Caramore
Ancora uno scenario nel deserto, nel duro, difficile percorso verso Canaan. Ma la via verso la libertà è difficile, piena di insidie, di rimpianti nei confronti della schiavitù. Il popolo di Israele non fa eccezione, e continuamente si ribella alle dure prove da affrontare. Il Signore giudica con severità. Tutta la generazione che era partita dall’Egitto è destinata a morire. Nella nuova terra entreranno solo i figli. Ma quale è il significato delle ribellioni? Che cosa chiede in fondo Core, un uomo dalle esigenze legittime? E perché il Signore punisce duramente il popolo che stava dalla sua parte? Non vi è una incongruenza inaccettabile? Ad analizzare questi capitoli, Haim Baharier, maestro di ermeneutica e di esegesi biblica.
Suggerimenti di lettura
Haim Baharier, La Genesi spiegata da mia figlia, Garzanti 2006
Ascolto musicale
David Peebles, “Psalm 107”
Sandro Botticelli – Ribellione di Core
Domenica 12 dicembre 2010
Numeri 18-21; 16-22
“Il serpente di rame”
con Stefano Levi Della Torre e Gabriella Caramore
Proseguendo nella storia dell’attraversamento del deserto da parte del popolo di Israele, ci imbattiamo in alcune figure problematiche come quella della “vacca rossa”, il cui sacrificio servirà a produrre una acqua di purificazione; quella del “bastone” con cui Mosè e Aronne percuotono la roccia; quella del “serpente di rame” un amuleto che sembra contraddire il divieto di idolatria. A guidarci in queste stravaganze del testo biblico, Stefano Levi Della Torre: “Ho cominciato a studiare qualche pagina del Talmud verso i quarant’anni, dopo la morte di mioo padre, per una specie di teshuvà, di conversione non religiosa, ma ispirata a un senso di appartenenza a una storia millenaria …”.
Suggerimenti di lettura
Rashi di Troyes, Commento a Numeri, Marietti 2009
Ascolto musicale
Jan Disma Zelenka, Lusinghe mendaci, dalla cantata sacra “Il serpente di bronzo
Bronzino – Particolare del serpente di bronzo
Domenica 19 dicembre 2010
Numeri 22-24; 25-36
“L’asina di Balaam”
con Paolo de Benedetti e Gabriella Caramore
Ricordando il ciclo di Paolo De Benedetti dedicato alla “teologia degli animali” (cfr. anche il volume edito da Morcelliana, Collana Uomini e Profeti), con lui ci imbattiamo in un episodio particolare narrato nel libro di Numeri: anche un’asina può pronunciare parole di profezia, quando i profeti sono distratti. Che cosa significa questo episodio nell’economia del libro? Forse lo scopo è quello di gettare semi di speranza verso il futuro che ancora non è chiaro al popolo di Israele. Si esaurisce la vecchia generazione; vi è il censimento della nuova; Giosuè succederà a Mosè; e ci si avvicina ai confini della terra
Suggerimenti di lettura
Paolo De Benedetti, E l’asina disse, Qiqajon 1999
Paolo De Benedetti, E il loro grido salì a Dio. Commento a Esodo, Morcelliana 2002
Ascolto musicale
Sam Cooke and Soul Stirrers, How fa am I from Canaan
“Balaam e la sua asina” – Chiesa di San Leonardo a Siponto
Deuteronomio
Domenica 2 gennaio 2011
Deuteronomio. La seconda Legge
“Le parole di Mosè”
con Alexander Rofé, Piero Stefani e Gabriella Caramore
Inauguriamo la prima domenica dell’anno con l’inizio dell’ultimo libro del Pentateuco: in italiano “Deuteronomio” (la seconda legge), ma in ebraico “Devarim” (parole). Queste sono le parole che Mosè rivolse a tutto Israele oltre il Giordano …” (1,1). Si tratta infatti di cinque discorsi che Mosè tiene di fronte al popolo in assemblea nella pianura di Moab, prima di entrare nella terra promessa. Segue poi una conclusione con la morte di Mosè, che non entrerà nella terra. Il libro, di difficile collocazione dal punto di vista esegetico, è costruito su diversi piani: narrazione storica, precettistica severa, messaggio profetico, funzione legislativa (riprende le “dieci parole” di Esodo). Il esso troviamo la principale preghiera ebraica “Ascolta Israele …”, l’invito alla responsabilità individuale, la speranza nella grazia del Signore, nonostante i tradimenti e i fallimenti.
Due studiosi a introdurci: Alexander Rofé. Uno dei biblisti più insigni, docente a Tel Aviv; e Piero Stefani, studioso di ebraismo e biblista.
Suggerimenti di lettura
Alexander Rofé, Storie di profeti, Paideia 1991
Alexander Rofé, La composizione del Pentateuco, Edizioni Dehoniane, 2009
Piero Stefani, Le radici bibliche della cultura occidentale, Bruno Mondadori 2004
Ascolto musicale
“La Consagracion de Moises”, brano sefardita
“Mosè e la legge”, Biblioteca Forteguerriana, Pistoia
Domenica 9 gennaio 2011
Deuteronomio, 5-11
“Ascolta, Israele …”
con Piero Stefani e Gabriella Caramore
“Ascolta, Israele, il Signore, nostro Dio, il Signore è uno …” così inizia lo Shemà Israel, la preghiera fondamentale di ogni ebreo, in ogni luogo del mondo e in ogni tempo. La sua formulazione compiuta si trova al capitolo 6 e al capitolo 11 del Deuteronomio. Nei Vangeli sarà ripresa nei discorsi di Gesù in risposta alle provocazioni degli scribi. Ma qual è il senso di questa preghiera? È stata chiamata il “credo” di Israele, ma in realtà in essa non si afferma nessuna credenza. Vedremo che osa invece fonda. E parleremo anche della questione della “elezione” di Israele, che tanto fa ancora discutere. Perché il Signore sceglie “un” popolo? Perché i popoli che gli sono nemici sono votati allo sterminio? Non è il Signore di tutti i popoli?
Suggerimenti di lettura
Elia Kopciowski, Shemà. Queste parole saranno nel tuo cuore … Prefazione di Piero Stefani, Effatà Editrice 2004
Ascolto musicale
“Shemà Israel”, Suzanne Haik Vantoura
Shemà Israel
Domenica 16 gennaio 2011
Deuteronomio 12-30
“Scegli dunque la vita”
con Benedetto Carucci Viterbi e Gabriella Caramore
Libro complesso, quello del Deuteronomio, anche perché nonostante sia stato definito “libro del cuore” contiene durissime imposizioni del Signore per realizzare la conquista della terra e norme severissime relativamente al comportamento della comunità. Come valutarle nella contemporaneità che ha preso le distanze da tanta rigidità? E come valutare il contrasto con invece indicazioni estremamente delicate nei confronti dei deboli, degli stranieri, dei nemici?
Al capitolo 26, inoltre, troviamo una confessione di fede di Mosè che dovrebbe valere per ciascun ebreo: “Mio padre era un arameo errante …”.
Suggerimenti di lettura
Patrick D. Miller, Deuteronomio, Claudiana 2008
Ascolto musicale
“Mosè”, Gioacchino Rossini
Marc Chagall – “L’ebreo errante”
Domenica 23 gennaio 2011
Deuteronomio 31-34
“La morte di Mosè”
Con Paolo De Benedetti e Gabriella Caramore
La Bibbia è anche, e soprattutto, un libro di grandi enigmi. Uno dei più inquietanti è quello relativo alla morte di Mosè, al quale è impedito di entrare nella terra promessa: la vedrà solo di lontano, ma non vi entrerà. Sembra una punizione spropositata per colui che ha dedicato tutta la vita a compiete l’impresa di condurvi il suo popolo. Gli esegeti di tutti i tempi si sono affaticati intorno a questa enigmatica ingiustizia. Ma Paolo De Benedetti afferma che “dalla morte di Mosè impariamo ad amare la nostra opera non nel suo progetto o disegno, che non si compirà mai, ma nel suo limitato nascere giorno per giorno”.
Suggerimenti di lettura
Paolo De Benedetti, La morte di Mosè, Morcelliana 2005
Alberto Mello, Deuteronomio. Commento esegetico spirituale, Qiqajon 1992
Ascolto musicale
“Kurt Weill, La morte di Mosè (The eternal road)
Michelangelo, “Mosè”