Profeti posteriori
Introduzione
Introduzione
Domenica 9 ottobre 2011
I Profeti leggono la storia.
“Guai alla nazione peccatrice, al popolo carico di iniquità, alla schiatta dei maligni, ai figlioli perduti” (Is 1,4)
Con Jean Louis Ska e Gabriella Caramore
Apriamo la seconda parte dei Libri Profetici dell’Antico Testamento, quella che comprende i cosiddetti Profeti “scrittori”, quelli cioè i cui scritti sono riconosciuti come opera di autori veri e propri: Isaia, Geremia, Ezechiele, e così via. Ma, anche qui, dobbiamo fare i conti con la storia, e renderci conto, in primo luogo, che probabilmente i testi attribuiti a un solo profeta sono da ascrivere a perone o gruppi vissuti in momenti diversi della storia (ci sono, ad esempio, tre o quattro Isaia, vissuti prima, durante, e dopo l’esilio a Babilonia). Anche noi leggeremo, diversamente dalle Bibbie canoniche, questi profeti a seconda del periodo storico in cui sono vissuti. Ma prima di tutto dobbiamo allora chiederci, e lo facciamo con Jean Louis Ska, in che misura ciò di cui parlano i profeti è riconducibile alla realtà dei fatti cui si riferiscono? Quanto è invece riconducibile all’intenzione teologica degli scrittori, alla loro visionarietà, alla vicenda identitaria del popolo ebraico? Il Dio dei profeti è un Dio che agisce nella storia. Ma in che cosa consiste la sua azione se la realtà storica è così diversa da quella raccontata?
Suggerimenti di lettura
Jean Louis Ska, La Parola di Dio nei racconti degli uomini, Cittadella editrice 1999, 2010
Ascolto musicale
Carl Loewe, “Saul und Samuel” op, 14,1, CPO
Profeti – Monastero in Romania
Amos
Domenica 16 ottobre 2011
“Scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne” (Amos 5,24-26)
Con Amos Luzzatto e Gabriella Caramore
Il primo dei profeti “scrittori”, in ordine di tempo, è il profeta Amos, “custode di vacche e raccoglitore di frutta”, come lui stesso scrive. Non dunque un “profeta di mestiere”, ma libero annunciatore della Parola di Dio. Vissuto verso la metà dell’VIII secolo a. e. v., Amos ha una sensibilità particolare per la giustizia sociale, e là dove la vede violata non esita a denunciare i trasgressori della Legge. I popoli che non si comportano con rettitudine andranno incontro a sicura sventura. L’invasione assira è imminente, ma a poco servono le sue esortazioni a una visione lungimirante della storia. “Amos è il ridestatore di una coscienza addormentata” (Giacomo Debenedetti).
Suggerimenti di lettura
J. Alberto Soggin, Il profeta Amos, Paideia 1982
Giacomo Debenedetti, Profeti, Mondadori 1998
Profeta Amos
Osea
Domenica 23 ottobre 2011
Osea
“Voglio l’amore, e non il sacrificio” (Os 6,6)
Con Silvia Giacomoni e Gabriella Caramore
Se Amos è il profeta della giustizia, Osea è il profeta che narra un Dio passionale, amante del suo popolo come un uomo della sua donna, ferito dai tradimenti di lei, irato e disperato, ma che alla fine la riconduce a sé con il perdono e la misericordia. La vicenda personale di Osea, marito di una prostituta, o di una donna facile al tradimento, diventa straordinario paradigma dell’amore tra Dio e Israele. Ma Osea, coevo di Amos, denuncia anche gli errori politici, le deviazioni nei culti, l’incapacità di vedere in prospettiva storica. “Osea mette Iddio sotto il segno dell’amore: cioè lo circonda e lo arricchisce del più ricco sentimento umano e del più capace di devozione” (G. Debenedetti).
Suggerimenti di lettura
Silvia Giacomoni, La Nuova Nibbia Salani, Salani 2004
Ascolto musicale
“V’erastich Li”, canto tradizionale ebraico
Profeta Osea
Primo Isaia 1-39
Domenica 31 ottobre 2011
“Un carbone ardente sulla bocca” (Is 6,12)
Con Enzo Bianchi e Gabriella Caramore
“Chiama me” risponde Isaia alla chiamata del suo Signore. Dapprima il profeta aveva dubitato di poter rispondere alla chiamata, perché si riconosce come un uomo pieno di impurità e di peccati. Ma un angelo gli purifica le labbra toccandole con un carbone ardente, e rendendole così adatte a proferire la Parola di Dio. Così inizia la sua vocazione, in un libro denso di visioni, di figure teologiche, di invettive e speranze, di tensioni e attese di purificazione.
Sotto il nome di Isaia in realtà vanno tre autori, vissuti in epoche distanti tra loro: il primo nel periodo che precede l’esilio, il secondo durante l’esilio a Babilonia, il terzo al ritorno in terra di Israele. Cominciamo con la lettura del Primo Isaia, vissuto tra il 770 e il 700 circa, i cui testi sono raccolti nei capitoli dal 1 al 39.
Scrive André Neher: “Talvolta il dialogo è muto. È il caso di Isaia, questo profeta che rivendica la sua vocazione …poiché Dio lo afferra con tutta la forza della sua mano”.
Suggerimenti di lettura
André Neher, L’essenza del profetismo, Lampi di stampa 1999
Ascolto musicale
“Das Gesicht Jesaias”, di Willy Burkhard, Motette
Raffaello Sanzio – “Profeta Isaia”
Domenica 6 novembre 2011
“Un banchetto per tutti i popoli” (Is 25,6)
Con Enzo Bianchi e Gabriella Caramore
Isaia è anche il profeta delle grandi visioni escatologiche. Il banchetto per tutti i popoli, il lupo che pascolerà con l’agnello, la spada trasformata in aratro: questo il grande sogno della profezia, che il mondo non riesce ad accogliere e a fare suo. Qui sta anche l’attualità inattuale del mondo profetico: tenere viva la speranza per i popoli. La sorte del profeta è però legata da un lato all’obbligo che il Signore gli impone, dall’altro alla vigilanza sul popolo. Per questo il più delle volte fallisce, ma non fallisce la scintilla che accende tra gli umani.
Suggerimenti di lettura
Alberto Mello, Isaia. Commento esegetico spirituale, Qiqajon 1986
Ascolto musicale
G. Carissimi, “Historias de Hezechias”, Jupiter Classics
Marzio Tamer – “Agnello”
Michea e Naum
Domenica 13 novembre 2011
“Praticare la giustizia, amare la pietà” (Mic 6,8)
Con Luca Mazzinghi e Gabriella Caramore
Tra i profeti scrittori, vanno annoverati i dodici che non chiamati profeti “minori”: non per la qualità dei loro scritti, ma l’esiguità dei testi. Solitamente nelle Bibbie correnti vengono inseriti dopo i più “grandi” e noti profeti. Noi li collocheremo in ordine cronologico. Perciò non dovrà stupire trovarli qui, perché Michea e Naum vissero anch’essi prima dell’invasione assira e prima del grande esilio a Babilonia.
Michea è un uomo che viene dalla provincia, e perciò vede tutti i grandi mali della metropoli. Invoca con forza che si applichi l’insegnamento dei Signore: “Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio” (6,8).
Naum è profeta dalla grande forza poetica: “Dov’è la tana dei leoni, la caverna dei leoncelli? Il leone rapiva per i suoi piccoli, sbranava per le sue leonesse, riempiva i suoi covi di preda, le sue tane di rapine” (2,12-13).
A coglierne le chiavi interpretative, Luca Mazzinghi.
Suggerimenti di lettura
Adrienne Von Speyr , La missione dei profeti, Jaca Book 2003
Ascolto musicale
Salomone Rossi, “Shir Hamahalot”, Harmonia Mundi
Jackson Pollock – “Senza titolo”
Sofonia e Abacuc
Domenica 20 novembre 2011
“Mi metterò di sentinella” (Ab 2,1)
Con Luca Mazzinghi e Gabriella Caramore
“I profeti sono uomini senza biografia” scriveva Karl Barth. E tuttavia qualche ipotesi si può fare per collocare la loro presenza e le loro parole nella storia. Di Sofonia e Abacuc ipotizziamo che si possano situare prima della deportazione in Babilonia, come per i profeti che abbiamo precedentemente trattato. Sofonia e Abacuc fanno risalire l’ira del Signore, che si abbatterà sul popolo di Israele, al comportamento iniquo e alla infedeltà al Signore. Troppo duro il castigo? È questo il motivo per cui i profeti stentano ad essere amati in una certa tradizione di Israele? Nelle loro parole troveremo echi dell’apocalittica giudaica, ma su tutto la difesa degli umili e dei poveri e la promessa che vi sarà redenzione, almeno per un piccolo “resto”.
A coglierne le chiavi interpretative, anche questa volta Luca Mazzinghi.
Suggerimenti di lettura
Martin Lutero, Lettera ai Romani, San Paolo 2006
Martin Buber, La fede dei profeti, Marietti
Ascolto musicale
Giuseppe Verdi, “Dies Irae”, Grammophon
Abacuc
Ezechiele
Domenica 27 novembre 2011
“Mangia questo rotolo” (Ez 3,1)
Con Daniele Garrone e Gabriella Caramore
Ezechiele: uno dei grandi profeti “scrittori”, assieme a Isaia e Geremia. Con lui entriamo nella stagione dell’esilio di Israele, dopo l’invasione babilonese. Un profeta che inaugura una modalità nuova nella cultura e nel pensiero religioso di Israele: il pensiero di Dio si fa più elaborato, più aperto agli spazi infiniti. Ezechiele ne rivendica la “presenza” anche nella “assenza”. Sarà un Dio che abita anche se temporaneamente, fuori dal tempio e fuori dalla terra, accanto agli esiliati. Il profeta stesso, invitato a “mangiare il rotolo della Legge, ne assimilerà in profondità il linguaggio e il senso. Inoltre nel libro di Ezechiele troviamo anche formulato un principio della responsabilità individuale, che si discosta da quella collettiva e richiama l’individuo a considerare il peso delle proprie azioni.
Daniele Garrone è docente di Antico Testamento alla Facoltà Valdese di Teologia.
Suggerimenti di lettura
Rubem Alves, Parole da mangiare, Qiqajon 1998
Martin Buber, Gog e Magog, Guanda 2010
Ascolto musicale
Ralph Vaughan Williams,“A vision of aeroplanes”, Hyperion
Ezechiele (Bibbia del XII secolo)
Domenica 4 dicembre 2011
“Vi resuscito dalle vostre tombe” (Ez 37,12)
Con Daniele Garrone e Gabriella Caramore
Ancora il libro di Ezechiele, profeta in esilio. Se nella prima sezione (cap. 1-33) il libro conteneva prevalentemente parole di condanna per il popolo di Giuda e per la città di Gerusalemme, nella seconda (cap. 34-48), dopo la distruzione del Tempio, inizia una grandiosa prospettiva di restaurazione e di ricostruzione, fino ad arrivare all’impressionante scenario delle ossa dei morti che si ricompongono nella visione di una resurrezione dei morti. “Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne …” (37,6). Resurrezione, in definitiva, è speranza che non tutto sia perduto.
Daniele Garrone è docente di Antico Testamento alla Facoltà Valdese di Teologia.
Suggerimenti di lettura
Paolo Sacchi, Storia del Secondo Tempio. Israele tra VI sec. a. C. e I sec. d. C., SEI 1994
Ascolto musicale
Krzysztof Penderecki, “Sinfonia n.7”, Wergo Wer
Gustavo Doré – “La visione di Ezechiele”
Geremia
Domenica 11 dicembre 2011
“I miei occhi grondano lacrime” (Ger 14,17)
Con Elena Loewenthal e Gabriella Caramore
Geremia “un profeta sull’orlo dell’abisso”: così lo definisce in uno stupendo saggio sulla profezia, André Neher (L’essenza del profetismo, Marietti). Geremia vive e opera a Gerusalemme un po’ prima di Ezechiele, e assiste alla morte per assassinio di ben cinque re. Geremia vive in patria quello che Ezechiele vive in esilio: la catastrofe, ma insieme il sogno di salvezza. Geremia però non muore in patria, ma scompare, probabilmente assassinato, durante la deportazione in Egitto. È tra i sommersi, non tra i salvati. Ma proprio per essere penetrato nei “giorni del nulla”, ha conquistato l’incrollabile certezza di una salvezza finale.
Elena Loewenthal è scrittrice e traduttrice dall’ebraico.
Su Geremia vi invitiamo a riascoltare le cinque puntate con Enzo Bianchi, realizzate nel 2003: “Geremia. Profeta in un tempo di crisi”.
Suggerimenti di lettura
Henri Mottu, Geremia. Una protesta contro la sofferenza, Claudiana 1990
Ascolto musicale
Canto ebraico sulle “Lamentazioni”, cap. 16. “Al Aileh Ani Bochea”
Rembrandt – “Geremia”
Secondo Isaia 40-45
Domenica 18 dicembre 2011
“Il libro della consolazione”
Con Stefano Levi Della Torre e Gabriella Caramore
Siamo dunque ai profeti vissuti durante l’esilio a Babilonia, tra questi, il Secondo Isaia, o Deuteroisaia (cap. 40-55), vissuto intorno alla fin dell’VIII secolo, durante il dominio assiro della Palestina e di Giuda, e mentre il nuovo oppressore, Babilonia, si stava apprestando ad assediare Gerusalemme, assedio che culminerà con la distruzione del tempio (587). Il secondo Isaia vive l’esilio e la deportazione circa due secoli dopo il primo. Vede sorgere la potenza di Ciro, re di Persia, che sconfiggerà l’impero babilonese e ricondurrà i deportati in patria. Il famoso “editto di Ciro” è del 538. La predicazione del secondo Isaia verte intorno alla consolazione del popolo e alla promessa di un capovolgimento radicale della situazione. Con Stefano Levi Della Torr analizzeremo i capitolo dal 40 al 45.
Suggerimenti di lettura
Hans Jonas, Il concetto di Diodopo Auschwitz. Una voce ebraica, Il nuovo Melangolo 1998
Ascolto musicale
J.S. Bach, “Cantata BWV 228, Furchte dich nicht”, Teldec
“Isaia”
Secondo Isaia 46-55
Domenica 25 dicembre 2011
“Come pecora muta”
Con Stefano Levi Della Torre, Marinella Perroni e Gabriella Caramore
La figura del “servo sofferente” è centrale nei capitoli 52-53 del secondo Isaia. Costituisce una sorta di tensione tra la lettura ebraica della profezia e quella cristiana. Chi è quel “servo” (parola che anticamente veniva attribuita al re di Israele) che si lascia condurre “come pecora muta” al macello, che si addossa i “nostri dolori”, ma che alla fin “vedrà la luce” e “giustificherà molti”? Per gli ebrei è il popolo di Israele che si fa mediatore tra le genti. Per i cristiani è il messia Gesù. È possibile non contrapporre queste due letture?
Ma ci sono anche altre figure che inducono a leggere questo profeta come un uomo che ci trascina nella speranza di “cose nuove” che faranno dimenticare quelle “passate”. Non a caso molti dei suoi versetti vengono ripresi nel libro dell’Apocalisse.
Suggerimenti di lettura
André Neher, L’essenza del profetismo, Marietti
Ascolto musicale
“Ma Navu”, Canto tradizionale ebraico, Sameach Music
Stefano Levi Della Torre,”Il dilemma”
Terzo Isaia 56-62
Domenica 1 gennaio 2012
“Una casa di preghiera per tutti i popoli”
Con Paolo Ricca e Gabriella Caramore
Con il Terzo Isaia (o Tritoisaia) ci si avvicina cronologicamente all’ultimo atto della deportazione in Babilonia, che si chiude con l’editto di Ciro (538) con cui il re di Persia favorisce in ritorno in patria degli esuli e dei deportati, e che favorisce la ricostruzione del tempio distrutto. Con gli scritti degli ultimi profeti si chiude anche la parte più “santa” della Bibbia ebraica (la Torà e e i Profeti), alla quale seguiranno gli “altri” Scritti, alcuni dei quali sono i libri “sapienziali”, altri i cosiddetti “storici”. Ma con i profeti dell’ultimo periodo si entra anche in un clima da un lato più chiuso e di conservazione, come vedremo in alcuni dei prossimi profeti, dall’altro in un clima di apertura universalistica a tutti i popoli, come si legge nei capitoli dal 55 al 66 del libro di Isaia. “In quel mondo antico – scrive il biblista Walter Brueggemann – era necessario abbandonare la vecchia Gerusalemme e mettersi all’opera per la nuova. Allo stesso, modo, anche oggi è necessario abbandonare e mettersi all’opera …”.
Ne parliamo con Paolo Ricca, teologo valdese.
Suggerimenti di lettura
B. S. Childs, Isaia, Queriniana 2005
Ascolto musicale
G. P. Da Palestrina, “Surge illuminare”, Gimell 994
“Tomba di Ciro” ed “Editto di Ciro”
Terzo Isaia 63-66
Domenica 8 gennaio 2012
“Nuovi cieli e nuova terra”
Con Paolo Ricca e Gabriella Caramore
La visione di una nuova Gerusalemme, di “nuovi cieli e di una nuova terra”, chiude gli ultimi capitoli del libro del profeta Isaia. Molti gli echi che saranno ripresi nel Nuovo Testamento, in particolare nel libro dell’Apocalisse. In particolar però questi capitoli, come sottolinea il teologo valdese Paolo Ricca, ci permettono di precisare i tratti del Dio biblico, un Dio di giustizia e di misericordia, e di capire perché la Bibbia può essere un libro letto anche con lo sguardo del mondo di oggi.
Suggerimenti di lettura
Paolo Ricca, Il pane e il regno. Commento al Padre nostro, Morcelliana 2001
Walter Brueggemann, Viaggio verso il bene comune, Claudiana 2001
Ascolto musicale
Francesco Guccini, “Shomèr ma mi-Ilailah”, Emi Music
Paul Klee, “Luna”
Aggeo e Zaccaria
Domenica 15 gennaio 2012
“Umile, cavalca un asino” (Zac 9,9)
Con Piero Stefani e Gabriella Caramore
Con Aggeo e Zaccaria, siamo nel pieno della ricostruzione del tempio – che avverrà in due fasi: 520 e 515 – ma anche nel pieno della crisi degli esuli che hanno fatto ritorno in patria. Difficoltà interne alla comunità ebraica, ma anche interne ai persiani occupanti rendono inquieto il clima non solo degli abitanti, ma anche della loro fede. Aggeo e Zaccaria si adoperano per rinvigorire l’unità religiosa dei figli di Israele, con richiami alle parole che sono risuonate in tutta la tradizione: giustizia e misericordia, fedeltà e obbedienza. Soprattutto nel secondo Zaccaria compaiono però accenti di un mondo nuovo e molti simboli che ispireranno la narrazione evangelica. Parla con noi il biblista Piero Stefani.
Suggerimenti di lettura
Giovanni Boggio, Gli ultimi profeti, Queriniana 1991
Ascolto musicale
Giuseppe Verdi, “Vieni o levita”, dal Nabucco, Decca
Chartres, Cattedrale, “La sapienza profetica”
Abdia e Giona
Domenica 22 gennaio 2012
“Pietà per Ninive” (Gio 4,11)
Con Elena Lea Bartolini De Angeli e Gabriella Caramore
Abdia e Giona: due profeti dell’epoca post-esilica, accostati per il diverso atteggiamento nei confronti dello straniero. Mentre in Abdia si condanna con durezza estrema le malefatte di Edom (Esaù) e dei suoi discendenti nei confronti di Israele, nel libro di Giona si mostra ch anche gli abitanti di Ninive sono capaci di conversione e meritano la misericordia del Signore. È un libro in cui il profeta Giona viene preso un po’ in giro per il suo rigorismo etico, per la severità dei suoi giudizi. Così il problema dello straniero, che arriva fino ad oggi, trova la corretta impostazione che sta al fondo di tutta la Bibbia.
Suggerimenti di lettura
Il viaggio di Giona. Targum, Midrash, Commento di Rashi, Città Nuova 1996
Ascolto musicale
Nabil Salameh, Michele Lobaccaro, “Jonas”, Manifesto 198
Juliet Venter
“Icona di Giona e la balena”
Gioele e Malachia
Domenica 29 gennaio 2012
“I vostri figli e le vostre figlie profeteranno” (Gl 3,1)
Con Sabino Chialà e Gabriella Caramore
Con oggi raggiungiamo una tappa importante nella lettura del testo biblico: chiudiamo il capitolo dei Profeti – anteriori e posteriori – seconda parte della Bibbia ebraica. Nella puntata di oggi, con Sabino Chialà, monaco di Bose, affronteremo gli ultimi due del periodo post-esilico: Gioele e Malachia. Gioele che auspica uno spirito di profezia diffuso su tutto il popolo: “Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo, e i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri vecchi faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e le schiave in quei giorni effonderò il mio spirito …” (3,1-2). Malachia prefigura l’avvento di un messia che salverà il mondo: “Sorgerà un sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla” (3,20)
Suggerimenti di lettura
Gianfranco Ravasi, I profeti, Ancora 2007
Ascolto musicale
Elijah Hanavi, Canto tradizionale ebraico, Rounder
“Gioele”, Placca di avorio, Louvre